lunedì 2 giugno 2014

La veglia (lt2014)

Ungaretti - Veglia
[Cima Quattro il 23 dicembre 1915]

Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita

-------------------------------------------------------

Ungaretti descrive con sadismo l'agonia del suo compagno di trincea,
la morte sta colpendo lui e e Ungaretti si rallegra di averla scampata!

Forse solo con il sadismo (oltre che con una sana e consapevole libidine)
l'uomo può salvare se stesso dai suoi demoni per così dire buonisti.

Attorno a queste poesie ho intercettato interpretazioni cattoliche che cercano di reinserire tutto nel solco dell'uomo Ungaretti santo poeta. "sembra racchiudere il segreto della fede e dell'ore...Il coraggio di sperare nel buio...così scriveva Giovanni della Croce" oppure " si porta dentro di sè quel compagno "addormentato" per vivere per lui e con lui, proponendosi persino di essere felice per lui e con lui...

Ma figuriamoci.
 
 
 

2 commenti:

  1. Perché sadismo? Non c'è nessun compiacimento nella contemplazione del compagno morto. La contemplazione della morte che produce attaccamento alla vita, l'ombra che fa spiccare la luce. Naturalmente anche il sollievo d'averla scampata, è vero, ma anche la sofferenza per il compagno straziato; è li vicino a lui è le sue mani contribuiscono a scrivere le lettere piene d'amore, non è uno spettacolo lontano come la nave lucreziana nella tempesta, che si guarda al sicuro dalla riva, pensando solo alla fortuna di non essere al largo.

    I' Lossia

    RispondiElimina
  2. era una provocazione alla Gianfranco Contini, scherzo, in effetti a rileggerla con altri farmaci e ad un altra ora è quasi delicata (LT)

    RispondiElimina