giovedì 14 luglio 2016

Liberamente ancora sulla solita "materia"








Perché io sono la prima e l’ ultima
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la madre e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli,
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che nutrì la mia fertilità,
Io sono la Madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli è il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono la Scandalosa e la Magnifica.

(III- IV secolo avanti Cristo,
rinvenuto a Nag Hammadi, Egitto.)



Sull'autenticità dell'inno, vorrei la conferma di qualche sito affidabile: altri ragionevolmente scrivono "dopo Cristo", visto che si troverebbe assieme a testi gnostici. Comunque,  tanto per cambiare, Iside divinità femminile della generazione, della vita. Altra incarnazione della Grande Dea, che dal Paleolitico, per quanto subordinata, sopravvive. Ed ho pensato all'Inno a Venere con il quale principia il De rerum natura di Lucrezio: dunque il materialismo quale nuova forma di religione femminile e tellurica, come in senso critico, anzi dispregiativo, ma acutamente per me, sostiene Julius Evola. Da un'accusa -intelligente- una risorsa.

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