mercoledì 31 agosto 2016

Breve prosa di fine stagione



Sarà pure una cattiva eternità di certo l'abitudine, un confortevole suo e domestico succedaneo, in forma ad ogni modo di kenosi -non mi veniva immerso la parola-  kenosi per sole ed acqua salata dunque la vacanza si presenta, proprio mentre slungo le braccia in mare, oppur nella piscina di nuovo finalmente pura, e appunto uno svuotarsi quella -la vacanza- appare, un invacuarsi a gran bracciate ovvero -coincidentia oppositorum- per ozio assoluto letterario, in vario cibo e nelle parole -molte, per fortuna a sproposito tutte- sempre sul cibo, e sesso ancora -ancora!- dentro la doccia solitario, quasi metafisico direi, in ogni caso patetico io recedo -o così almeno credo- fino all'elementare, al primo, al ramo di pino: astratta e fresca quindi l'eternità della pineta, altrettanto verde e serena di quella immaginata, posteriore,  col mio cane Ringo; rientrando a fine stagione, accoglie lei pineta ciascuno, ciascuno lei riposa, in attesa in prefigurazione d'altro, futuro e più compiuto, compiutissimo anzi, riposo: percorrono la pelle in lungo e in largo comunque le mosche, nel frattempo.


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