domenica 22 gennaio 2017

Edipico/Mammone/Cinico: ovvero "Voci di una madre inesistente"



Mai trovato mia mamma tanto linguisticamente interessante come in questa fase, acuta e penosa, della sua malattia degenerativa. I suoi discorsi, o meglio l'incontenibile flusso delle sue parole mescola, tra strazio e delirio, una originalità, una vivacità ma anche una ricchezza della lingua che francamente in lei non avevo mai trovato. Ogni forma di controllo è saltata e tutto affiora senza filtro alcuno, in maniera dolorosissima e diretta, a tratti del tutto involontariamente buffa. Sarà cinismo se davanti a certe espressioni, nelle quali pur vedo la sofferenza, mi viene da sorridere per la loro bizzarìa? E' distacco estetizzante ed anaffettivo? Fino all'adolescenza ho avuto con lei un rapporto simbiotico, quindi è diventata la persona che forse in vita mia ho trattato peggio; le riconoscevo difetti che anch'io avevo ed ho, imputandole di non aver mai cercato -a differenza mia- di contrastarli e combatterli: la debolezza, la pigrizia, l'indolenza. Adesso tendo a pensare che la mia rabbia fosse la spia della profondità di questo legame, indissolubile e inconscio. Comunque ora è tutto saltato, e lei si sente e si descrive all'inferno. Chiede: -Scusate, chi è che mi ammazza?-  Rispondendosi: -Nessuno, visto che non esisto!- Nel suo mondo allucinato, naif e straziante si alternano di continuo, ossessivamente inesistenza e inferno: due forme del negativo assoluto. -Sono all'inferno e ci starò per sempre: nemmeno posso morire, dato che non esisto.-  -Allora il mondo esiste? Esiste il mondo, con tutte le persone? E tutte le persone allora si abbracciano e si baciano?- -Ma esisto solo io e tutto il resto è una mia immaginazione, un mio marchingegno: non esisti  tu, né tuo fratello, né il babbo!- -Ora io e il babbo andiamo a fare una passeggiata per strada e tu rimani qui solo, solo; e non puoi fare nulla, non puoi nemmeno telefonare, perché il telefono non esiste.- -In fondo dipende tutto dalla natura: il tempo brutto, il caldo torrido, noi. Le basta fare (schiocca le dita) ed è tutto finito.- 
Qualche giorno fa le ho detto che avrei voluto registrare quello che diceva, perché aveva una sua straziante e buffa bellezza, e lei: -Ma come fai a registrarmi se non esisto; sono una madre inesistente- -Le chiamerò "Voci di una madre inesistente"- ho risposto.

3 commenti:

  1. Io da piccolo sentendo questa canzone piangevo.

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  2. Commovente. Però bisogna uscire da questa bolla d'aeia che ci farà solo respirare per un pò e basta. uscire. una bella città, un giornale, il parrucchiere, un libro, un cinema, una chiesa, una partita e magari anche fare la pasta all'uovo. ci sono persone che dentro al coma sentono di esistere ma non ci riescono perché qc si è inceppato. come nei sogni poco prima del risveglio quando ci vorremmo muovere ma non possiamo perché il corpo non si muove. c'è qc di peggio ? a quanto pare si. un corpo sano ostaggio della mente .in questo caso però la volontà può fare la differenza.

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  3. il sorriso di Moira di Enrico Viganò

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