lunedì 8 gennaio 2018

Ancora la Madre il Mare l'Inconscio la Materia

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Provo a leggere, tra una colica renale e l'altra, o forse proprio a causa loro, Il Trauma della Nascita, autore Otto Rank, un freudiano eretico.  Naturalmente, come innumerevoli altri libri, anche questo avrei dovuto leggerlo da tempo; ad ogni buon conto, per quanto con colpevole ritardo ne ricavo che la vita psichica, anzi bio-psichica,  per Rank risulta tutta segnata da questa originaria separazione -la nascita- e dal tentativo sempre destinato al fallimento-in diversi modi e gradi- di riconseguire la condizione prenatale, equorea avvolgente e libera, aspirazione ultima d’ogni forma di libido. L'atto sessuale tenterebbe questo impossibile ritorno. La morte concepita come annientamento, recherebbe tracce del medesimo ritorno inconcepibile. E mi chiedo se il primo, l'origine siano davvero e solo le materne acque prenatali. Oppure se in quelle e dietro non si mostri piuttosto l'indistinzione sterminata -le acque- dell'Inconscio (Jung). E non fa quest’ indistinzione tutt'uno, mi chiedo ancora,  con quella della Materia? Con l’alchemica Prima Materia? Con la Dio-Materia, ch’è Madre e Mare (Bruno e di D. de Dinant)?

"Je voudrais rentrer dans la nuit qui n’est pas la nuit, dans la nuit sans étoiles, dans la nuit sans dieux, dans la nuit qui n’a jamais porté le jour, qui n’a jamais rêvé le jour, qui n’a jamais produit le jour, dans la nuit immobile, muette, intacte, dans la nuit qui n’a jamais été, et qui ne sera jamais. Ainsi soit-il."


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