domenica 4 marzo 2018







Davvero i nidi le tane sembrano avere come inconscio schema costruttivo l'utero, come loro modello abitativo la vita prenatale. Analogamente, le caverne dipinte del Neolitico, scovate oltre labirintici profondi cunicoli, gli intestini-labirinto della terra, sono viste come sedi interne degli spiriti, delle potenze che danno nel mondo la vita. Come nel ventre della donna risiedono le potenze umane, generatrici e protettive, così dentro la terra si raccolgono e concentrano le corrispettive forze telluriche. La caverna dunque appare all'uomo del Neolitico come l'utero della terra, e vivido utero multicolore si mostra la caverna dipinta. Così le figure sopra le pareti -rocciose queste ed uterine al tempo stesso- partecipano delle potenze produttive della terra, potenze che quelle pitture tutte irrorano. E' in ragione di queste interne forze generative che le scene rappresentate possono dunque, agli occhi dell'artista neolitico e del suo spettatore, diventare reali nel mondo esterno, fuori: possono cioè "uscire", o per dir meglio "nascere". Come tuttora "nascono" i miracoli, nella caverna-utero della Signora a Lourdes, davanti agli occhi stupefatti sempre, nonché stupefacenti, di qualcuno.





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